La tutela del territorio e la salvaguardia della biodiversità

[GRI - 304-2], [GRI - 102-14], [GRI - 102-15], [GRI - 103-1], [GRI - 103-3], [GRI - 304-1], [GRI - 304-4], [GRI - 413-2], [GRI - 103-2], [GRI - 102-44], [GRI - 304-1], [GRI - 304-3], [GRI - 102-12], [GRI - 303-1], [GRI - 303-3], [GRI - 203-1],

I temi legati alla conservazione e alla valorizzazione della biodiversità assumono rilievo crescente nell’agenda ambientale delle principali istituzioni internazionali. Sono declinati negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU (Agenda 2030) e, di riflesso, all’attenzione del Green Deal europeo, con una focalizzazione sulle principali cause della perdita di biodiversità, tra cui le modalità d'uso della superficie terrestre e dei bacini idrici, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e l'inquinamento. L’Unione Europea, che nel 2020 ha pubblicato Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 (COM (2020) 380 final), è orientata a definire obiettivi, vincolanti, per ripristinare gli ecosistemi che hanno subito danni, migliorare la salute degli habitat e delle specie sotto protezione, ridurre l'inquinamento e inverdire i contesti urbani; inoltre, il Regolamento 852/2020 (Tassonomia) include la “protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi” tra i 6 obiettivi ambientali su cui è articolato (si veda anche Comunicare la sostenibilità: nota metodologica).

LE POLITICHE E GLI STRUMENTI PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

Il tema della biodiversità è all’attenzione della quindicesima Conferenza delle Parti (COP15), orientata a valutare successi e fallimenti del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020 e degli Aichi Biodiversity Targets116 e a predisporre un testo di accordo globale per arrestare e invertire il declino della biodiversità. I negoziati tra le parti, avviati nel 2019 per definire un accordo globale sulla falsariga dell’Accordo di Parigi per il clima, hanno prodotto nel 2021 una prima bozza di accordo, che definisce quattro obiettivi per il 2050: migliorare l’integrità degli ecosistemi, ridurre il tasso di estinzione e garantire la salvaguardia della diversità genetica delle specie; valutare i benefici che la natura genera per l’essere umano, agevolandone il mantenimento o l’incremento, e sostenere l’agenda di sviluppo globale giusto ed equo; colmare il divario tra i mezzi finanziari e di altro tipo attualmente disponibili e quelli necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Le sfide riconosciute a livello internazionale hanno portato alcune importanti organizzazioni a lanciare iniziative di supporto per il raggiungimento degli obiettivi. Tra queste rientra la TNFD (Taskforce on Nature-related Financial Disclosures), nata da una partnership tra Global Canopy, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), l'iniziativa di finanziamento del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP FI) e il World Wide Fund for Nature (WWF), con l’obiettivo di fornire alle imprese un quadro di riferimento per valutare, gestire e riferire in merito alle loro dipendenze e impatti sulla natura, ai rischi e ai flussi finanziari correlati. Una migliore informazione permetterà alle aziende di incorporare i rischi e le opportunità legati alla natura nella loro pianificazione strategica, nella gestione del rischio e nelle decisioni di asset allocation.
In Europa, la Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 rappresenta un piano ambizioso e a lungo termine per proteggere la natura, arrestando l’attuale processo di degrado degli ecosistemi. Essa prevede quattro specifiche linee d’azione: la creazione di un più ampia rete di aree protette a livello dell’UE sulla terraferma e in mare; il varo di un piano per il ripristino della natura che miri ad una gestione sostenibile e affronti le cause principali della perdita di biodiversità; l’introduzione di misure che portino in primo piano l’attenzione alla tutela del territorio e l’introduzione di strumenti per affrontare la sfida globale della biodiversità. Sono contemplate anche la disponibilità di risorse finanziarie a supporto e la definizione di un nuovo quadro giuridico e di governance europeo. La Commissione proporrà obiettivi vincolanti di ripristino degli ecosistemi, includerà un meccanismo di riesame e monitoraggio composto da un insieme chiaro di indicatori utili a valutare l'andamento dell'attuazione della Strategia e stabilirà le eventuali azioni correttive da adottare.
In Italia, al fine di recepire la policy europea, il Ministero per la Transizione Ecologica ha avviato nel 2021 un percorso per la definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030, attraverso la quale intende contribuire all’obiettivo internazionale di garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi del pianeta siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti.
Inoltre, il medesimo Ministero, ha pubblicato il IV Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia (2021) che fornisce un aggiornamento sulla situazione nel nostro Paese, con un particolare focus sulla valutazione biofisica ed economica dei servizi ecosistemici e riassume strategie e azioni per raggiungere gli obiettivi proposti.

Le Società del Gruppo Acea svolgono attività che, potenzialmente, possono avere impatti sulla biodiversità, come il trattamento dei rifiuti, la conduzione degli impianti di produzione di energia elettrica, la gestione delle fonti di approvvigionamento e dei depuratori e la distribuzione di energia elettrica. Per questo motivo Acea pone particolare cura alla salvaguardia degli ecosistemi in cui opera, contemplata nelle procedure dei Sistemi di gestione ambientali che perseguono il miglioramento continuo in ottica di riduzione degli impatti ambientali, nell’ambito delle valutazioni di progettazione e realizzazione degli impianti, nonché nella gestione delle aree di operatività. Le Società gestiscono i loro processi nel rispetto delle autorizzazioni ambientali a cui ogni impianto è soggetto; le prescrizioni ambientali contenute negli atti autorizzativi rilasciati dall’Ente amministrativo competente sono stabilite in base a valutazioni di carattere tecnico-ambientale con riferimento al territorio in cui ricade l’impianto stesso, per la salvaguardia della flora e della fauna presenti e la tutela dell’ambiente naturale.
In particolare, le attività afferenti al Servizio idrico integrato sono tese al mantenimento di condizioni ambientali ottimali e i siti che insistono sulle fonti di prelievo idrico, in prossimità di sorgenti, sono gestiti avendo cura della conservazione degli ecosistemi esistenti e della preservazione della portata idrica restituita.
Allo stesso modo, nelle attività di depurazione, l’obiettivo primario è assicurare che gli scarichi, opportunamente trattati, siano conformi ai limiti prescritti dalla normativa di settore e pertanto compatibili con gli habitat naturali dei corpi idrici recettori. Nel perseguimento anche di questo impegno si inquadrano i target di miglioramento dell’efficienza depurativa di alcune Società idriche (si veda il paragrafo Strategia e Sostenibilità, Il Piano di Sostenibilità 2020-2024 e gli obiettivi operativi).
Per le centrali idroelettriche, Acea Produzione gestisce i prelievi ed i rilasci di acqua in ottemperanza alle Concessioni rilasciate dalle Autorità competenti ed alla normativa vigente. Per tutti gli invasi sono definiti i Progetti di Gestione (ai sensi del DM 30 giugno 2004 del Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio) con i relativi studi di incidenza per quelli che interessano aree protette. La Società provvede alla salvaguardia degli habitat di tutte le specie presenti al fine di mitigare l’effetto dello sbarramento artificiale delle dighe, che interferisce sulla naturale migrazione della fauna ittica e sul graduale interramento del fondale, con conseguente variazione della flora autoctona delle sponde. Inoltre, la tutela dei suddetti bacini assicura le condizioni di vita dell’avifauna “stanziale” e “di passo”, che utilizza tali siti per la riproduzione/alimentazione anche durante le fasi di migrazione.
Gli altri impianti del comparto energetico, attivi per la produzione di energia elettrica da fonti fossili e da termovalorizzazione, sono incompatibili con le aree protette e pertanto in esse non ricadenti.
Acea ha individuato i propri siti/impianti localizzati in aree ad elevata biodiversità, ovvero le Aree Naturali Protette (EUAP) di derivazione nazionale e i Siti della Rete Natura 2000 (SIC/ZSC e ZPS)117 istituiti a livello comunitario, tramite la mappatura delle infrastrutture delle principali Società operative (Acea Ato 2, Acea Ato 5, Gori, Gesesa, AdF, Acea Ambiente, Acea Produzione e Areti)118. Dall’analisi condotta su oltre 23.000 siti/impianti, inclusi i tralicci ed escluse le reti elettriche interrate e le condotte, risulta che quasi 2.290 siti, pari a circa il 10%, presentano una potenziale interferenza con il sistema di aree protette. Gli impianti dell’area Ambiente, attivi nel trattamento dei rifiuti, non ricadono in aree protette.
Considerando, invece, soltanto i siti che possono avere impatti di un certo rilievo sulla biodiversità, il numero scende a 1.145 e la percentuale sul totale si abbassa al 5%.
Gli impatti di rilievo sono stati stimati prendendo in considerazione le fasi di progettazione, realizzative e gestionali degli impianti, e hanno portato ad escludere siti/impianti, quali ad esempio le Case dell’acqua di Acea Ato 2, le cabine secondarie di Areti e gli impianti fotovoltaici assimilabili a quelli residenziali di Acea Produzione, con impatti di minore entità.
Le analisi condotte sulla rete aerea di distribuzione elettrica (1.472 km analizzati) hanno evidenziato un’interferenza con le aree protette per circa il 27%, pari a 404 km di rete.
Il numero complessivo di aree naturali intersecate dai siti/impianti/reti ad impatto significativo sono complessivamente 130 (55 Aree Naturali Protette-EUAP, 61 Siti di Interesse Comunitario-SIC/Zone Speciali di Conservazione-ZSC, 14 Zone di Protezione Speciale-ZPS)119 per una superficie totale di 223,4 ettari.

Grafico n. 49 – Siti/impianti/reti Acea analizzati, con potenziali impatti sulla biodiversità, e aree protette intersecate

Grafico 49

NB: laddove SIC-ZSC e ZPS coincidono sono considerate una sola volta nei SIC-ZSC.

Nelle aree interessate trovano habitat specie animali e vegetali, tra le quali alcune elencate nella "Lista Rossa" dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Red List IUCN) in status di minaccia (nelle categorie Vulnerabile, In Pericolo e In Pericolo Critico)120, ovvero a rischio di estinzione nel breve o medio termine; queste specie rappresentano, pertanto, priorità di conservazione.
Le specie potenzialmente impattate sono complessivamente 45; si tratta in particolare di 3 specie vegetali (1 in pericolo critico e 2 in pericolo) e 42 specie animali, di cui 7 in pericolo critico, 9 in pericolo e 26 considerate vulnerabili (si veda, per i dettagli il grafico n. 50).

Grafico n. 50 – Numero delle specie elencate nella Red List IUCN che trovano habitat nelle aree protette intersecate

Grafico 50

Acea, nel 2021, ha svolto un ulteriore approfondimento dell’analisi dei potenziali impatti sulla biodiversità, con l’obiettivo di identificare le zone “prioritarie” ad elevata biodiversità su cui insistono i siti/impianti/reti elettriche delle principali Società del Gruppo, ossia gli habitat più fragili e/o maggiormente impattati dalle esternalità. A tal fine, si è proceduto ad integrare i dati relativi alle aree protette intersecate con le informazioni fornite dalla Carta della Natura, un Sistema Informativo Territoriale definito dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che rappresenta lo strumento cartografico e valutativo per definire la distribuzione degli ecosistemi italiani in ambiente terrestre ed analizzare questi ultimi in funzione dello stato territoriale in cui si trovano, sintetizzando tra componenti fisiche, biotiche e antropiche.
Sulla base di queste informazioni è stato possibile elaborare internamente un Indice di Fragilità Ambientale relativa (IFA), un parametro atto a valutare, per ciascuna area protetta intersecata dalle attività delle principali Società del Gruppo, i diversi habitat inclusi e la porzione di suolo occupata, la fragilità dell’habitat e la tipologia di siti/impianti presenti121. Ciò ha consentito di identificare le zone ad elevata biodiversità, da considerarsi prioritarie, a causa della loro maggiore “vulnerabilità. Nel dettaglio, tali zone sono 12: su 8 di queste - Parco regionale dei Monti Lattari, Dorsale dei Monti Lattari, Piana di S. Vittorino - Sorgenti del Peschiera, Riserva naturale Valle dell'Aniene, Fiume Farfa (corso medio - alto), Parco regionale Bacino Fiume Sarno, Monte Mai e Monte Monna, Riserva naturale Litorale romano - hanno impatti potenziali siti/impianti, su 4 possono interferire le reti di distribuzione dell’energia elettrica (Parco Regionale urbano Pineto, Castel Porziano - fascia costiera, Castel Porziano Tenuta presidenziale, Riserva naturale dell'Insugherata).

Grafico 50-1

La conoscenza delle potenziali interferenze crea le condizioni per operare al meglio e le Società hanno pianificato e/o messo in campo diverse iniziative a tutela della biodiversità, alcune nelle zone “prioritarie” ad elevata biodiversità, sintetizzate nel box dedicato.

I PRINCIPALI PROGETTI IN ZONE “PRIORITARIE” AD ELEVATA BIODIVERSITÀ

ZONE "PRIORITARIE" AD ELEVATA BIODIVERSITÀ INIZIATIVE INTRAPRESE
Piana di S. Vittorino - Sorgenti del Peschiera Le due aree sono interessate dal sistema acquedottistico Peschiera-Le Capore gestito da Acea Ato 2 su cui si sta realizzando il raddoppio del tronco superiore dell'acquedotto. Il progetto soddisfa i requisiti previsti dal protocollo Envision, il primo sistema di rating per realizzare infrastrutture sostenibili, che valuta la sostenibilità economica, ambientale e sociale dell'infrastruttura e che include criteri specifici di valutazione legati alla biodiversità come la preservazione dei siti ad alto livello ecologico. Sull'area del fiume Farfa, inoltre, la Società ha incaricato l'Università Federico II di Napoli per la redazione di uno studio tecnico-scientifico sulle caratteristiche di naturalità del fiume Farfa che include il sito di captazione della risorgiva località Le Capore. Lo studio ha evidenziato come il rilascio di acqua a valle della Sorgente Le Capore determini effetti positivi sull'ecosistema, favorendo la ricostituzione dell'ambiente naturale fluviale con la ricchezza e diversità di specie animali e vegetali. Per approfondimenti sul progetto del Peschiera si veda anche il box dedicato Gli interventi sulle infrastrutture strategiche, Acquedotti Peschiera- Le Capore e Marcio: messa in sicurezza e iter autorizzativi.
Fiume Farfa (corso medio - alto)
Parco regionale Bacino Fiume Sarno Gori è impegnata nella realizzazione di rilevanti opere di disinquinamento del bacino idrografico del fiume Sarno attraverso il completamento della rete fognaria ed il conseguente collettamento a depurazione. Il progetto, svolto in sinergia con i diversi attori del territorio, coinvolge anche l'associazione ambientalista Marevivo Onlus e avrà significativi impatti sul recupero dell'ecosistema fluviale e, in conseguenza, sull'intero Golfo di Napoli. Per approfondimenti si veda il Piano di Sostenibilità e il box di approfondimento Energie per il Sarno nel paragrafo La qualità nell'area idrica del capitolo Clienti).
Riserva naturale Valle dell'Aniene

Acea Ato 2, per verificare eventuali criticità negli habitat limitrofi ai maggiori impianti di depurazione di Roma, effettua appositi monitoraggi nelle aree di pertinenza e circostanti. Gli studi condotti finora riguardano i depuratori di Roma Nord, Roma Sud, CoBIS e nel 2021 di Ostia, quest'ultimo ubicato nell'area Riserva naturale Litorale romano. I risultati finora ottenuti hanno evidenziato che gli impianti analizzati, in particolare Roma Nord e Roma Sud, svolgono un ruolo positivo per l'ecosistema costituendo un hotspot di biodiversità sinantropica, cioè un luogo dove le specie che convivono o stanno imparando a convivere con l'uomo, tendono a formare una comunità ecologica ricca e stabile. Le specifiche condizioni ambientali e il basso impatto antropico, infatti, favoriscono la presenza di una comunità faunistica estremamente caratteristica. Per il 2022 è previsto un monitoraggio analogo per il depuratore di Roma Est ubicato presso la Riserva naturale Valle dell'Aniene.

Areti nell'area Riserva naturale Litorale romano sta portando avanti un programma di dismissione e demolizione di linee elettriche aeree e tralicci.

 

Riserva naturale Litorale romano)

Le iniziative intraprese dalle Società si sviluppano anche su altre aree, sempre di notevole interesse naturalistico, sebbene non “prioritarie”.
Areti, per limitare i potenziali impatti sull’avifauna delle infrastrutture aeree di distribuzione dell’energia elettrica (di alta e media tensione), intraprende iniziative di mitigazione del rischio in collaborazione con le Autorità competenti, mettendo in campo le migliori soluzioni tecnologiche a problemi che hanno probabilità di verificarsi in aree sensibili o di particolare valore naturalistico. In particolare, nel rispetto del Protocollo d’Intesa per il riassetto delle reti elettriche, procedono gli interventi di dismissione e demolizione di linee elettriche aeree all’interno di importanti aree sottoposte a tutela, quali: il Parco di Veio, la Riserva Naturale della Marcigliana e, a sud di Roma, la Riserva Naturale Decima Malafede e la Riserva Naturale del Litorale romano. Per i dettagli degli interventi effettuati nel 2021 si veda il paragrafo La distribuzione di energia nel capitolo Area Energia. Inoltre, Areti e l’Ente gestore del Parco naturale di Veio hanno sottoscritto un atto di impegno con il quale la Società assicura il sostegno finanziario e operativo per attuare un piano, volto al monitoraggio dell’avifauna che prevede l’installazione sulle funi di guardia delle linee aeree di dissuasori, costituiti da spirali plastiche, che rendono più evidenti le funi mitigando notevolmente il rischio di possibili collisioni con l’avifauna. L’impegno di Areti ha incluso anche la stampa di due atlanti divulgativi degli uccelli nidificanti e svernanti, uno studio sulla mortalità dell’avifauna lungo le linee elettriche ad alta e media tensione, l’aggiornamento e la ristampa della mappa turistica del Parco di Veio con l’inserimento dei tracciati degli elettrodotti oggetto d’intervento.
Nel sito SIC-ZSC di Villa Borghese e Villa Pamphili, Acea Ato 2, in uno spazio dell’area delle sorgenti dell’Acqua Vergine, da anni monitora la presenza del Falco Pellegrino, una specie che, nonostante prediliga aree aperte e selvagge, può nidificare anche in costruzioni artificiali, come torri e campanili, in territori fortemente antropizzati. Una numerosa comunità, tra studiosi, ornitologi e semplici appassionati, segue ogni anno la vita dei Falchi Pellegrini che abitano le sorgenti dell’Acqua Vergine, grazie ad una webcam gestita da Ornis italica, associazione di ricercatori promotrice del progetto Birdcam.it, che rende disponibili online (www.birdcam.it) le immagini del nido presente su un’infrastruttura di Acea. Anche nel 2021 è stato raggiunto un ottimo risultato riproduttivo sul piezometro del Centro Idrico di Salone con la nascita e crescita di tre falchi pellegrini. La Società opera anche nell’area dei Castelli Romani, dove trova ubicazione il Parco regionale dei Castelli Romani, caratterizzata dalla natura vulcanica del territorio e che influenza le caratteristiche chimico fisiche dell’acqua, da risorse idriche limitate e dalla prevalenza di pozzi; qui la Società in collaborazione con il Comune di Rocca Priora e l’Ente Parco, ha definito un progetto, in corso di analisi e verifica da parte degli Enti locali,  per la riqualificazione e ripristino del Pantano della Doganella, con l’obiettivo di ricreare le condizioni per la ricarica naturale del bacino attraverso le precipitazioni, una zona umida che si è prosciugata nel tempo.
AdF, nell’ambito del progetto di sviluppo del Piano di Sicurezza dell’Acqua sui sistemi idrici alimentati dalle acque delle sorgenti di Santa Fiora (si veda anche il sottoparagrafo I Piani di Sicurezza dell’Acqua), ha attivato un accordo di collaborazione scientifica con l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pisa, finalizzato anche ad una valutazione della vulnerabilità dell’acquifero come base scientifica conoscitiva per la definizione di opportune aree di rispetto da parte delle Autorità competenti. La Società, inoltre, nel 2021, ha supportato Enti ed Associazioni territoriali di zona su progetti di tutela della fauna o della flora locale per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, la perdita di habitat e/o di impollinatori specifici; tra questi rientrano il supporto al Centro Ricerche Strumenti Biotecnici nel settore Agricolo-forestale (CRISBA) per la conservazione della flora locale (piante dunali e orchidee spontanee) e all’Associazione Posidonia, per lo sviluppo di un protocollo per la corretta conservazione della specie, attualmente a forte rischio di estinzione.
Acea Ambiente, quale strumento di osservazione della qualità dell’ecosistema delle aree su cui insistono gli impianti, ha avviato nel 2020 presso l'impianto di termovalorizzazione di San Vittore del Lazio (FR), il progetto UrBees, in collaborazione con esperti apicoltori e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, finalizzato al monitoraggio ambientale tramite l’osservazione del comportamento delle api come insetti bioindicatori. Il biomonitoraggio è uno strumento innovativo di controllo ambientale, che permette di rilevare gli effetti dell´inquinamento osservando organismi viventi e i loro parametri biologici attraverso lo studio di variazioni ecologiche dovute all´effetto di una o più sostanze inquinanti presenti nella biosfera. Le api mellifere, in particolare, sono tra le migliori “sentinelle dell’ambiente”, favoriscono la biodiversità vegetale e rendono possibile la determinazione di dati qualitativi e quantitativi relativi alla salubrità o meno di uno specifico ecosistema nonché la mappatura della biodiversità nell’area. Le osservazioni effettuate hanno evidenziato la complessiva buona salute delle api e l’assenza di casi di malattie impreviste o spopolamento. Nel 2021, grazie agli innumerevoli voli delle api, sono stati prodotti il Miele 39 fiori”, nel mese di maggio, e il “Miele 26 fiori”, a giugno, composti rispettivamente da 39 e 26 specie botaniche122. L’area di impianto in cui sono poste le arnie è stata anche inverdita con specie di piante consigliate dall’apicoltore (Oleandri, Laurocerasi, Bossi). Infine, presso altri siti di Acea Ambiente, vengono create zone verdi con la piantumazione di specie arboree autoctone volte a ridurre l’impatto visivo degli impianti e ad aumentare le specie vegetali e animali presenti nelle zone limitrofe.

GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA, SORGENTI E AREE PROTETTE

Il Gruppo, tramite le Società Acea Ato 2, Acea Ato 5, Gori, AdF e Gesesa, utilizza per l’approvvigionamento idrico prevalentemente sorgenti site in zone incontaminate.

Il sistema di approvvigionamento del territorio gestito da Acea Ato 2 è composto da sette grandi sistemi acquedottistici che trasportano l’acqua, derivata da 14 fonti di approvvigionamento principali, verso le reti di distribuzione, e da numerose fonti locali minori (in prevalenza pozzi), per una portata che supera i 21.000 litri/secondo. La rete di distribuzione di acqua potabile si sviluppa per oltre 13.600 km123. Ad integrazione di questo patrimonio naturale di inestimabile valore, il lago di Bracciano e il fiume Tevere, grazie ai lavori di adeguamento condotti sul potabilizzatore di Grottarossa, costituiscono, esclusivamente in caso di emergenza idrica, una riserva da utilizzare previo trattamento.

VALUTAZIONI DELLA DISPONIBILITÀ IDRICA SOTTERRANEA

In accordo con quanto stabilito dai criteri della Water Framework Directive (WFD, 2000/60/CE), lo studio della disponibilità, in termini quantitativi, delle potenziali risorse idriche sotterranee e dei possibili impatti relativi al prelievo di risorsa idrica dalle sorgenti può essere effettuato tramite il monitoraggio di alcune variabili attraverso l’implementazione di adeguati modelli interpretativi.
Le principali componenti da monitorare sono individuabili dalle precipitazioni (liquide e nevose), dall’evapotraspirazione, dal ruscellamento superficiale e dunque dall’infiltrazione nel sottosuolo in corrispondenza dell’area oggetto di bilancio. Per le aree di ricarica rappresentative degli acquiferi in gestione ad Acea Ato 2, è stata implementata una metodologia di calcolo in continuo (dal 1990 ad oggi) per la quantificazione delle componenti del bilancio idrologico a scala giornaliera. Tale metodologia, riproposta da Acea Ato 2 secondo quanto definito dalle linee guida nazionali (Criteri tecnici per l’analisi dello stato quantitativo e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei. ISPRA 157/2017), sebbene sia da considerare ancora in una fase di sperimentazione, si ritiene possa già rappresentare un valido strumento per il monitoraggio dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei.
Acea Ato 5 ha portato avanti uno studio sulla disponibilità idrica effettuato su alcune fonti significative. È stata effettuata un’analisi di pioggia caduta e di portata prelevata, per gli anni 2017-2021. In particolare, nel 2021 si è registrato un netto aumento di precipitazioni dovuto alle piogge abbondanti dei mesi di gennaio e febbraio, seguito da una lieve riduzione fino ai mesi estivi. Il regime pluviometrico è tra i principali responsabili della ricarica delle sorgenti; grazie a queste informazioni ed al metodo utilizzato nello studio è stato possibile prevedere le minori portate disponibili.
In AdF, al fine di monitorare gli impatti del prelievo idrico sulle fonti utilizzate, in una prima fase si è predisposto un report sulle fonti che, con cadenza mensile, consente di valutare scostamenti significativi nelle modalità di sfruttamento dei pozzi e rilevanti riduzioni della risorsa sorgiva disponibile. In una seconda fase sono stati creati cruscotti dedicati alla valutazione real time delle caratteristiche quali-quantitative delle fonti di approvvigionamento, in base alle informazioni acquisite dal telecontrollo aziendale e ad informazioni regionali di tipo meteorologico e idrogeologico. Anche sulla base di tali monitoraggi, viene aggiornato trimestralmente un documento, condiviso con l’Autorità Idrica Toscana, relativo allo stato di possibile emergenza idrica, in cui sono riportate le potenziali criticità per “siccità” (carenza di risorsa) e gli interventi gestionali o infrastrutturali previsti per affrontare tali circostanze.

Nei Comuni ricadenti nell’ATO 5 Lazio Meridionale-Frosinone, Acea Ato 5 gestisce 80 fonti di approvvigionamento, di cui 74 attive, distinte tra 39 pozzi/campi pozzi e 35 sorgenti. Oltre alle fonti, la Società acquista e cede acqua attraverso punti di interscambio con altri gestori e con un Comune ricadente nel territorio limitrofo. Dalle fonti di approvvigionamento l’acqua viene poi condotta nei Comuni attraverso la rete di adduzione cui segue, partendo da serbatoi e partitori, un’articolata rete di distribuzione che raggiunge tutte le utenze servite, per un totale di 6.027 km.

Gesesa, che opera nel distretto 1 “Calore Irpino” della Regione Campania, gestisce per l’approvvigionamento della risorsa idrica potabile circa 2.060 km di rete, sorgenti, a prevalente carattere stagionale, e capta la maggior parte della risorsa con l’ausilio di pozzi in falda. Si distinguono tre grandi sistemi di captazione: la piana di Benevento, costituito da due campi pozzi Pezzapiana e Campomazzoni, un pozzo situato alle falde del monte Taburno ed un pozzo situato nei pressi della sorgente del Grassano.
AdF, che opera nella Conferenza Territoriale Ottimale n. 6 “Ombrone” (ex ATO 6), gestisce il sistema idropotabile tramite una rete che si estende per circa 8.330 km; l’acqua è prelevata per quasi il 50% dalle sorgenti del Fiora che si trovano alle pendici del Monte Amiata, mentre nell’area senese gli impianti di maggior rilievo sono il Campo Pozzi del Luco e l’acquedotto del Vivo che attinge acqua dalle tre sorgenti dell’Amiata Ermicciolo, Ente e Burlana, collocate nella zona di Vivo d’Orcia.
Il sistema idrico gestito da Gori nel distretto territoriale Sarnese Vesuviano è distinto in tre sottosistemi principali: Vesuviano, Monti Lattari e Ausino. Il Sistema Vesuviano è il più esteso dei tre e nasce dall’integrazione funzionale dell’Acquedotto del Sarno e dell’Acquedotto Vesuviano, a loro volta interconnessi con gli schemi esterni dell’Acquedotto Campano, dell’Acquedotto della Campania Occidentale e dell’Acquedotto del Serino. Ad esso è deputata l’alimentazione di gran parte dei comuni dell’ATO 3. Il Sistema Monti Lattari serve il territorio della penisola Sorrentina, dell’isola di Capri, della piana Stabiese. Il Sistema Ausino, infine, costituisce lo schema di adduzione per i comuni dell’ATO che occupano le propaggini più orientali del territorio. L’acqua prelevata da fonti endogene rappresenta circa un terzo del totale mentre la restante quota proviene da sistemi extra ATO.

Tutte le Società assicurano l’esercizio e la corretta manutenzione delle opere di captazione, degli impianti idrici primari e secondari, delle adduttrici e delle reti di distribuzione e dei misuratori di utenza; vengono altresì effettuati interventi di manutenzione straordinaria (rifacimento, ammodernamento e/o potenziamento degli impianti e delle reti).

GLI INTERVENTI SULLE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE, ACQUEDOTTI PESCHIERALE
CAPORE E MARCIO: MESSA IN SICUREZZA E ITER AUTORIZZATIVI

Nel 2021 Acea Ato 2 ha proseguito le attività finalizzate a rendere più sicuro, resiliente e sostenibile il sistema idrico di approvvigionamento ed adduzione gestito, nel rispetto delle portate di Concessione. Infatti, redatti i progetti del Nuovo Tronco Superiore del Peschiera e del Nuovo Acquedotto Marcio, Acea Ato 2 ha sviluppato la progettazione di altri interventi strategici di notevole entità. Questo sviluppo è avvenuto nonostante le difficoltà del periodo pandemico adeguandosi ad un contesto normativo di riferimento in costante evoluzione:

  • con DPCM 16 aprile 2021 è stato nominato il Commissario Straordinario per la “Messa in Sicurezza del Sistema Acquedottistico del Peschiera”;
  • con D.L. 77/2021 - Semplificazioni bis (L. 29 luglio 2021, n. 108) le opere di che trattasi sono state introdotte nell’Allegato 4 dell’art. 44 e saranno soggette a specifico iter autorizzativo.

A seguito dell’attuazione del D.L. 77/2021, sono state emanate le Linee Guida per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica da porre a base dell’affidamento di contratti pubblici di lavori del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), alle quali è stata resa conforme la progettazione delle grandi opere acquedottistiche.
Infine, con Decreto Ministeriale del MIMS n. 517/2021, nell’ambito “Messa in sicurezza e ammodernamento del sistema idrico del Peschiera”, sono stati individuati 4 sotto-progetti riguardanti la realizzazione di importanti tratti di condotte adduttrici/tratte acquedottistiche, che potranno beneficiare di un cofinanziamento con somme provenienti dal PNRR. Al fine di poter usufruire del finanziamento PNRR, detti interventi dovranno essere ultimati entro i termini previsti dal medesimo Piano.

L’ubicazione e la superficie in metri quadri delle aree sottoposte a tutela assoluta124 sono rappresentate in tabella n. 47. Si tenga presente che le fonti illustrate sono tutte prelevate in “aree a stress idrico”, così come si definite a livello internazionale125 dalla World Bank Institute. La risorsa prelevata è costituita da acque dolci126, tranne che per l’1,2% del prelevato da AdF, pari a circa 0,8 milioni di metri cubi, che è costituito da acque marine. I quantitativi prelevati dalle Società dalle sorgenti elencate sono indicati nel Bilancio ambientale.
Per tutelare le aree su cui insistono le sorgenti, Acea Ato 2 utilizza anche il monitoraggio satellitare. L’azione di sorveglianza si concentra nei luoghi in cui viene rilevata – in base al confronto tra due immagini riprese dallo spazio a distanza di alcuni mesi – una variazione morfologica ingiustificata o comunque sospetta, quali nuove costruzioni non censite, movimenti terra, piccole discariche. La Società provvede ad effettuare verifiche sul posto per accertare l’esistenza di minacce alla risorsa idrica, assicurando un presidio puntuale. In particolare, nel 2021, grazie all’identificazione satellitare dei cambiamenti (change detection) ed ai sopralluoghi aggiuntivi eseguiti su tutte le fasce di rispetto della rete di adduzione e captazione, sono stati riscontrati 65 abusi.

Tabella n. 47 – Le principali fonti sotto tutela

area sensibile comune superficie (m2) (*)
NELL'ATO 2 - LAZIO CENTRALE
sorgenti Peschiera comune di Cittaducale (Rieti, Lazio) 375.322
sorgenti Le Capore comune di Frasso e Casaprota (Rieti, Lazio) 997.848
sorgente Acqua Marcia comuni di Agosta-Arsoli-Marano Equo (Roma) 1.181.979
sorgente Acquoria comune di Tivoli (Roma) 17.724
sorgenti Pantano Borghese Acqua Felice comune di Zagarolo (Roma) 779.143
sorgenti Simbrivio Comune di Vallepietra (Roma) 180.385
sorgenti e pozzi Ceraso (acquedotto Simbrivio) comune di Vallepietra (Roma) 14.370
sorgenti Pertuso comune di Trevi - Filettino (Lazio) 133.711
sorgenti Doganella comune di Rocca Priora (Roma) 350.000
sorgenti Acqua Vergine comune di Roma 500.000
pozzi Torre Angela comune di Roma 70.829
pozzi di Finocchio comune di Roma 64.166
pozzi Laurentina comune di Ardea 13.661
pozzi Pescarella comune di Ardea 2.433
lago di Bracciano comune di Roma 169.200
Nell'ato 5 - LAZIO MERIDIONALE (*)
pozzi Posta Fibreno comune di Posta Fibreno (Frosinone) 20.000
pozzi Tufano comune di Anagni (Frosinone) 18.000
sorgente Capofiume comune di Collepardo (Frosinone) 10.000
sorgente Madonna di Canneto comune di Settefrati (Frosinone) 10.000
pozzi Forma d'Aquino comune di Castrocielo (Frosinone) 20.000
pozzi Carpello comune di Campoli Appennino (Frosinone) 15.000
pozzi Mola dei Frati comune di Frosinone 5.000
IN PROVINCIA DI BENEVENTO - ATO - CALOR IRPINO
12 pozzi comuni di Benevento, Telese Terme, Castelpagano, Vitulano, Melizzano, Sant'Agata de' Goti, Cautano, Forchia 9.110
sorgente Ciesco Castelpoto 307
sorgente Faitillo e Orto dei Ciuffi San Giorgio La Molara 2.412
sorgente Gradola Tocco Caudio 707
sorgente Monticelli Castelpagano 358
sorgente Pietrafitta e Ruggiero Torrecuso 2.242
sorgente San Vito Frasso Telesino 249
sorgente Voneventa Molinara 516
NELL'AMBITO DISTRETTUALE SARNESE VESUVIANO
sorgente Vado comune di Bracigliano (Salerno) 1.338
sorgente Forma comune di Gragnano (Napoli) 322
sorgente Imbuto comune di Gragnano (Napoli) 187.159
sorgente S.M. Lavorate comune di Nocera Inferiore (Salerno) 5.971
sorgente e campo pozzi S.M. La Foce comune di Sarno (Salerno) 60.202
fonte Fontana grande comune di Castellammare di Stabia (Napoli) 330
complessi Murata, Pugliana, Casaliciello, Santa Lucia, Tartaglia comuni di Cercola, Ercolano, Pollena Trocchia, Roccarainola, San Giorgio a Cremano (Napoli) 15.473
complesso Monte Taccaro, Campo pozzi Angri comune di Angri (Salerno) 43.072
campo pozzi Suppezza, Gragnano, San Mauro Montalbino, Mercato Palazzo, Santa Lucia comune di Castellammare di Stabia, Gragnano, Nocera Inferiore, Sarno (Salerno) 46.610
pozzi Traiano, Stromboli-Vesuvio, Petraro comuni di Castel San Giorgio, Mercato San Severino, Nocera Superiore (Salerno) 7.203
21 pozzi della provincia di Salerno comuni di Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Fisciano, Mercato San Severino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Siano (Salerno) 10.657
4 pozzi della provincia di Napoli comuni di Castellammare di Stabia, Palma Campania, Roccarainola, San Giorgio a Cremano (Napoli) 1.529
NELLA CONFERENZA TERRITORIALE OTTIMALE 6 OMBRONE
Sorgente Galleria Alta - Galleria Bassa - Fonte Carolina comune di Santa Fiora (Grosseto) 37.046
Sorgente Ermicciolo comune di Castiglione d'Orcia (Siena) 3.885
Sorgente Arbure comune di Castel del Piano (Grosseto) 7.443
Sorgente Ente comune di Arcidosso (Grosseto) 327
Sorgente Burlana comune di Seggiano (Grosseto) 2.442
Campo pozzi Luco comune di Sovicille (Siena) 10.063

(*) I dati delle superfici sono stimati.

116La Conferenza delle Parti tenutasi a Nagoya nell’ottobre 2010 aveva definito il Piano Strategico globale per la biodiversità 2011-2020 e nuovi obiettivi, i cosiddetti 20 «Aichi Biodiversity Targets», da realizzare entro il 2020. Gli obiettivi miravano a evidenziare le cause che determinano la perdita di biodiversità, a ridurre le pressioni sulla biodiversità e promuovere lo sviluppo sostenibile, a migliorare lo status della biodiversità a tutti i livelli, ad accrescere i benefici derivanti dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici, e a sostenere attraverso programmi di partecipazione lo sviluppo di competenze e capacità per la riduzione della perdita di biodiversità e la conservazione delle risorse nel periodo 2011-2020.
117Le Aree Naturali Protette (EUAP) di derivazione nazionale consistono nelle aree riconosciute ufficialmente dallo Stato ai sensi della Legge quadro 394/91. La Rete Natura 2000, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat", è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità; è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC) che vengono poi designati Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve dove le attività umane sono escluse: le Direttive intendono garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali".
118Per la mappatura delle aree è stato utilizzato lo strumento QGIS, un'applicazione GIS open source che permette di visualizzare, organizzare, analizzare e rappresentare dati spaziali, è stata effettuata per ogni layer dei siti/impianti delle Società.
119Laddove SIC-ZSC e ZPS coincidono le aree sono state conteggiate una sola volta tra i SIC-ZSC. Il dato delle aree intersecate è stato rivisto rispetto a quanto pubblicato lo scorso anno, a seguito di una verifica.
120Le categorie di rischio sono 11, da Estinto (EX, Extinct), applicata alle specie per le quali si ha la definitiva certezza che anche l'ultimo individuo sia deceduto, e Estinto in Ambiente Selvatico (EW, Extinct in the Wild), assegnata alle specie per le quali non esistono più popolazioni naturali ma solo individui in cattività, fino alla categoria Minor Preoccupazione (LC, Least Concern), adottata per le specie che non rischiano l'estinzione nel breve o medio termine. Tra le categorie di Estinzione e quella di Minor Preoccupazione si trovano le categorie di minaccia, che identificano specie che corrono un crescente rischio di estinzione nel breve o medio termine: Vulnerabile (VU, Vulnerable), In Pericolo (EN, Endangered) e In Pericolo Critico (CR, Critically Endangered).
121Per l’elaborazione dell’IFA è stato dapprima calcolato il rapporto tra l’area di ogni habitat e quella dell’area protetta che lo contiene, definendo con un valore la porzione del sito protetto occupato da ciascun habitat; in seguito è stato moltiplicato il valore sopra risultante per la fragilità ambientale propria dell’habitat come definita dall’ISPRA; successivamente sono stati sommati tutti i valori di fragilità ambientale degli habitat presenti in ciascuna area protetta. Definito l’IFA per ciascun’area protetta intersecata, è stata fatta l’associazione tra questo e i singoli impianti del Gruppo a maggior impatto presenti nell’area protetta (ovvero gli impianti individuati come siti a potenziale impatto - da “basso-medio” ad “alto”). Infine, per individuare le zone “prioritarie” ad elevata biodiversità, è stato effettuato il prodotto tra l’IFA e l’area intersecata dagli impianti. Più alto è il valore dell’Indice più l’area è da considerarsi “prioritaria”
122Il progetto è stato oggetto di un reportage fotografico disponibile al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=P-IPb6F0i4M
123Il dato è superiore a quanto inserito nel grafico n. 54, dove il valore è quello georeferenziato.
124Le aree di tutela assoluta sono le aree immediatamente circostanti le captazioni o derivazioni, così come definite nel D. Lgs. n. 152/2006.
125https://www.wri.org/aqueduct
126Acque i cui solidi disciolti totali sono ≤1.000 mg/l

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