Rischi ambientali climatici: approfondimenti e disclosure

[GRI - 103-1], [GRI - 103-3], [GRI - 102-15], [GRI - 102-12], [GRI - 102-15], [GRI - 102-40], [GRI - 102-43], [GRI - 201-2],

I RISCHI CLIMATICI

Il climate change è una delle sfide ambientali e sociali più rilevanti del nostro tempo; se la pandemia da Covid-19 ha rappresentato negli ultimi due anni l’emergenza prioritaria da fronteggiare, le variazioni climatiche hanno continuato a provocare gravi impatti sia a livello locale che globale.
La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Glasgow a novembre 2021, che si è conclusa dopo due settimane di negoziati tra le parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha fatto registrare notevoli progressi (si veda il box di approfondimento). Tuttavia, gli impegni presi a Glasgow lasciano spazio ad ulteriori avanzamenti da definire nei prossimi anni, per raggiungere l'obiettivo del contenimento dell’aumento della temperatura entro gli 1,5 gradi Celsius.

LA COP26 E GLI APPELLI 2021 PER IL CLIMA

Il 4 ottobre, poco prima della COP26 di Glasgow, 31 ottobre - 12 novembre, i leader religiosi che rappresentano le principali fedi del mondo si sono uniti per chiedere alla Comunità internazionale di aumentare la propria ambizione e intensificare l’azione per il clima. Nell'incontro Fede e Scienza. Verso Cop26, promosso dalla Santa Sede e dalle Ambasciate britannica e italiana presso la Santa Sede, circa 40 leader religiosi hanno firmato un appello congiunto, presentato da Papa Francesco al Presidente designato della COP26, Alok Sharma, e al Ministro degli Affari Esteri italiano, Luigi Di Maio, per chiedere che il mondo raggiunga il prima possibile l'azzeramento delle emissioni nette di carbone, per limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali. Alla Pre-COP26, organizzata a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre, è intervenuto il Presidente del Consiglio Mario Draghi, sottolineando l’importanza di agire con tempestività nel tentativo di risoluzione della crisi climatica, per non dover pagare “un prezzo più alto per il disastro climatico che avverrà”. Il Presidente del Consiglio ha inoltre ribadito la necessità di porsi obiettivi ancora più ambiziosi e definito la pandemia come un’opportunità per spingere i Paesi verso le giuste misure allo scopo di contrastare il cambiamento climatico e sostenere le famiglie in difficoltà. A conclusione dell’evento è stato presentato un documento dai giovani attivisti ambientali di tutto il mondo, contenente le proposte per invertire il trend climatico, tra le quali la fine dei finanziamenti all’industria delle fonti fossili, un sistema di finanza per il clima trasparente e il rafforzamento delle misure di adattamento.

La COP26 si è conclusa con la ratifica di numerosi accordi tra cui il più importante, il Glasgow Climate Pact, con il quale i paesi si impegnano a mantenere la temperatura globale al di sotto degli 1,5°C di aumento rispetto ai livelli preindustriali. Tra gli altri, si ricordano anche:

  • l’accordo contro la deforestazione, firmato dai leader di più di 100 paesi, che ne promettono lo stop entro il 2030; la rilevanza dell’accordo risiede nel fatto che i Paesi firmatari ospitano l’85% delle foreste mondiali;
  • l’avvicinamento tra Stati Uniti e Cina, che rafforza la cooperazione nella battaglia climatica tra i due paesi. Entrambi hanno dichiarato che collaboreranno per raggiungere l’obiettivo di contenere il riscaldamento a 1,5°C, come stabilito dall’Accordo di Parigi, prevedendo “l’adozione di azioni climatiche più decise e più ambiziose per gli anni venti di questo secolo”;
  • il Global Methane Pledge lanciato ufficialmente dall’Unione Europea, un’iniziativa congiunta UE-USA, che ha mobilitato oltre 100 paesi per ridurre le proprie emissioni collettive di metano di almeno il 30% entro il 2030, rispetto ai livelli 2020.

In tale contesto, Acea ha proseguito la propria strategia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici con efficientamenti energetici in capo alle Società e, in ambito idrico, il riutilizzo di acque reflue depurate in agricoltura; con interventi volti ad aumentare la resilienza delle infrastrutture; con un piano di rilevante incremento della produzione da fonti energetiche rinnovabili112 e il duplice obiettivo di raggiungere un’alta efficienza negli usi interni finali e negli usi di processo dell’energia e ridurre l’intensità di carbonio (gCO2/kWh prodotti). I risultati ottenuti, ad oggi, sono rappresentati nella tabella n. 62 sugli indici di intensità energetica e in tabella n. 68 sugli indici di intensità delle emissioni.

Acea valuta i rischi climatici, distinguendoli in fisici e di transizione, in coerenza con il Questionario CDP (si veda box nell’Identità aziendale capitolo Strategia e sostenibilità) e, come accennato, ha ultimato a fine 2021, in sinergia con le principali Società del Gruppo, il primo progetto di allineamento alle Raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), che proseguirà anche nel 2022, ampliando l’analisi delle diverse tipologie di potenziali impatti generati dal cambiamento climatico sui business gestiti (si veda il box di approfondimento).

IL CLIMATE REPORT DI ACEA DI ALLINEAMENTO ALLE RACCOMANDAZIONI INTERNAZIONALI TCFD

Le 11 Raccomandazioni della Task Force del Financial Stability Board (Task Force on Climate-related Financial DisclosuresTCFD) sulla Disclosure finanziaria correlata al clima rappresentano, al momento, il modello di riferimento a livello internazionale e comunitario; esse sono applicabili a tutte le organizzazioni, sono focalizzate su rischi e opportunità legati al cambiamento climatico e sull’incremento della capacità di visione prospettica basata su puntuali analisi di scenario. Nel giugno 2019, la Commissione europea ha emanato una Comunicazione dal titolo “Orientamenti sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario: integrazione concernente la comunicazione di informazioni relative al clima”, che, pur non essendo vincolante, “incoraggia le imprese” a fare proprie le raccomandazioni della TCFD.
Acea, che ha accolto la sfida globale del contrasto al cambiamento climatico, partendo dall’esperienza maturata in ambito CDP, ha voluto avviare e sviluppare tra il 2020 e il 2021 un progetto di miglioramento della gestione del tema, secondo l’approccio TCFD, ampliando le proprie conoscenze nell’applicazione di scenari climatici internazionali.
Il progetto, in particolare, ha coinvolto Acea Ato 2, la principale Società del Gruppo operativa in ambito idrico, Acea Ambiente, cui fanno capo gli impianti di WtE, compostaggio, trattamento e valorizzazione rifiuti, Acea Produzione, che gestisce le centrali di produzione di energia elettrica, Areti, il Distributore di energia elettrica, oltre ad alcune funzioni chiave della Capogruppo.
Per questo primo percorso di allineamento, le Società hanno definito i rischi prioritari sia fisici che di transizione da sottoporre a valutazione, abbinando alle analisi di scenario i parametri pertinenti a tali rischi.
Nello specifico, per i rischi fisici Acea Ato 2 ha verificato il rischio siccità e stress idrico, Acea Ambiente e Acea Produzione hanno valutato il rischio fulminazioni, Areti il rischio esondazione, mentre tra i rischi di transizione è stato scelto il carbon pricing come il più rappresentativo.
Il progetto è terminato a fine 2021, con risultati che saranno illustrati in un Climate Report indipendente che sarà pubblicato nel 2022. È prevista una prosecuzione delle analisi che saranno incentrate su ulteriori tipologie di rischio.

114In particolare nel 2021 Acea Produzione ha acquistato/installato alcuni impianti fotovoltaici per 20 MW di potenza, giungendo a 72,5 MW totali.

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