Nel mercato elettrico nazionale, la domanda di energia elettrica 2021 è stata pari a 319.389 GWh (dati Terna), in aumento di + 5,5% rispetto all’anno precedente, aumento che si configura come un rimbalzo rispetto al ridotto carico elettrico registrato nel 2020 causa lockdown nazionale a contrasto della diffusione della pandemia da Covid-19, in un contesto di progressiva ripresa economica.

La produzione di energia nel 2021, al netto degli autoconsumi e dei consumi da pompaggio, è stata pari a 249.251 GWh, in aumento del 2,0% rispetto al 2020, ed ha coperto il 78% del fabbisogno, a fronte di un significativo aumento dell’import netto nel corso dell’anno, che ha recuperato rispetto al crollo dello 2020, attestandosi sui 42.755 GWh (+ 33%) e contribuendo per il 13,4% al soddisfacimento della domanda. La produzione da fonte termoelettrica, in calo sui primi nove mesi del 2021 rispetto al 2020, ha incrementato le proprie quote nel corso dell’ultimo trimestre, attestandosi a 157.363 GWh (+ 3,8%), parallelamente ad una riduzione progressiva dell’apporto idrico dai massimi di inizio anno (45.454 GWh, - 4,2%) e fotovoltaico (20.062 GWh, - 1%). La fonte eolica 2021 ha fatto registrare un aumento di circa 12 punti percentuali (20.841 GWh) rispetto all’anno precedente, mentre consuntiva in calo la produzione da fonte geotermica (5.527 GWh, - 2,1%).

Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) nell’anno 2021 ha registrato un valore medio di 125,46 €/MWh, mostrando un eccezionale aumento del + 222% rispetto al 2020, guidato dal raddoppio del prezzo della CO2 e soprattutto dall’esplosione dei prezzi del Gas. Infatti, al combinato disposto della ripresa del comparto commodity sul 2021 e della sensibile contrazione causa Covid dello stesso nel 2020, si sono aggiunti gli effetti del Global Energy Crunch, che ha visto la sua massima espressione nella crisi di offerta gas e nella escalation senza precedenti dei relativi prezzi della commodity.

Se nel secondo e terzo trimestre i prezzi dell’energia elettrica sono saliti in media di circa il 200% rispetto l’anno precedente, è nell’ultimo trimestre che si riscontra il dato più sconvolgente, con un incremento di quasi il 400% rispetto al medesimo periodo del 2020, e punte massime orarie di 533,19 €/MWh e medie giornaliere di 437,34 €/MWh (entrambe registrate il 22 dicembre 2021).

 

MGP: Prezzo Unico Nazionale (PUN)

MGP prezzo unico

 

L’aumento dei prezzi dell’energia nell’anno 2021 non ha risparmiato gli altri paesi europei, con gli incrementi maggiori rispetto al 2020 rilevati nell’Area Scandinava + 475% (62,87 €/MWh), seguita dalla Francia + 239% (109,17 €/MWh), dalla Spagna + 230% (111,93 €/MWh) e infine dalla Germania + 218% (96,85 €/MWh).

Merita una menzione particolare la Francia, la quale nel corso dell’ultimo trimestre si è ritrovata a fare i conti con una ridotta disponibilità nucleare per via di fuori servizio ordinari e straordinari a numerose centrali proprio quando montava la domanda invernale. Questo ha causato una ulteriore impennata dei prezzi interni dell’energia, con forti ripercussioni sui prezzi dei paesi limitrofi come l’Italia, che è solitamente importatrice netta dalla Francia, e sui prezzi del gas, fonte alternativa al nucleare nella generazione di energia elettrica.

 

MGP: Prezzi di Vendita2

MGP

Per quanto concerne il gas naturale, la domanda nazionale nell’anno 2021 si è attestata a 73.486 Msmc (dati Snam Rete Gas), in aumento di + 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2020, sostenuta principalmente dal comparto residenziale (33.599 Msmc, + 8,4%), con contributi del settore termoelettrico (25.903 Msmc, + 6,9%) ed industriale (13.984 Msmc, + 6,3%), sia per fattori meteo che per la ripresa economica post-pandemia.

L’aumento della domanda è stato coperto maggiormente dall’Import da Gasdotti (61.782 Msmc, + 16%) a fronte di un calo della produzione nazionale (3.121 Msmc, - 18,7%) e soprattutto dei carichi di LNG (9.762 Msmc, - 22,4%), attratti principalmente dal mercato asiatico per via del premio maggiore rispetto ai riferimenti di prezzo Europei.

Nell’arco del 2021 lo stoccaggio in erogazione ha segnato una riduzione di - 2,3% (7.167 Msmc), mentre quello in iniezione ha fatto registrare un calo di ben - 7,5% rispetto allo scorso anno. Dopo un inverno in cui si è fatto massiccio ricorso agli stoccaggi, la primavera 2021, caratterizzata da temperature più rigide del normale e prezzi gas già in ascesa, ha visto un ritardo nelle iniezioni che non è stato colmato in estate, con il risultato che i livelli di stoccaggio hanno tracciato nuovi minimi storici sia alle porte dell’anno termico 2021/2022 (ottobre 2021) che a fine anno 2021. 

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